Walter Lazzarin è un ragazzo di Rovigo che dopo aver lavorato per quattro anni come insegnante precario di filosofia e storia, ha deciso di rincorrere un sogno: girare le strade d’Italia per far riavvicinare le persone alla narrativa e quindi a tutti gli effetti essere uno scrittore per strada.

Ma che metodo ha usato per rendere possibile questa idea?

Semplicemente lo si può trovare seduto per la vie del nostro bel paese, armato di un trolley su cui poggia la sua preziosa macchina da scrivere Olivetti, dalla quale escono dei racconti che lui regala ai passanti, qualificandosi con una targa: “Scrittore per strada”.

Walter osserva le persone che gli passano davanti, a volte ascolta i loro discorsi e poi compone i suoi romanzi. Viaggia con la sua valigia piena di libri da vendere ed autografare e la sua macchina da scrivere che usa anche per dedicare brevi componimenti scritti al momento. Le persone incuriosite si avvicinano e, accorgendosi della bravura, comprano i suoi libri.

Walter Lazzarin

Mi ha molto colpito la storia di questo ragazzo che invece di aspettare che qualcuno lo scoprisse, rimanendo comodamente seduto a casa, inviando testi alle case editrici tramite un pc, ha iniziato a pubblicizzarsi da solo grazie alla sua creatività.

Vediamo insieme la sua storia che lo ha portato ad essere uno scrittore per strada.

Ciao Walter che studi hai fatto, qual è stata la tua formazione?

“Dopo il liceo scientifico mi sono iscritto ad Economia aziendale a Bologna, senza troppa convinzione; all’epoca mi interessava solo il calcio. Ho finito la triennale, poi mi sono preso un anno sabbatico.

E al ritorno dal mio viaggio tra Inghilterra e Irlanda, Grecia e Turchia, mi sono iscritto a Filosofia. Oltre alla seconda triennale ho preso la magistrale, a Padova, con lode.”

Dopo la laurea hai trovato subito un lavoro?

“Dopo la magistrale in Filosofia ho cercato lavoro come insegnante e l’ho trovato subito, però come precario. Bene ma non benissimo!”

Hai avuto il grande coraggio di abbandonare un lavoro, anche se precario, per realizzare un tuo sogno. Mi racconti qual è?

“Il mio sogno è di vivere con le storie che scrivo, senza occuparmi di altro e quindi essere uno scrittore per strada. Un sogno che per pochi anni è stato realtà e spero continuerà ancora in altre forme.”

Molte persone, anche se vorrebbero lasciare tutto e partire come hai fatto tu, hanno paura di uscire dalla propria comfort zone e di comunicare la decisione ai propri cari ed amici.

Tu come ci sei riuscito e quali sono state le reazioni?

“Mia mamma ha sempre assecondato e sostenuto le mie scelte, perciò con lei non ho mai avuto problemi. Per molti miei amici invece la mia idea era una cavolata, una bambinata.”

Come ti sei sentito ad abbandonare i tuoi affetti, per inseguire un sogno?

“La sera prima di partire ho festeggiato il compleanno ed ho fatto baldoria! Il giorno dopo in treno ero confuso, impaurito ma entusiasta.”

Innanzitutto spiegami qual è stato il progetto originario che ti ha portato ad allontanarti da casa.

“Per un anno ho meditato su quale potesse essere il modo migliore di unire le mie due passioni, cioè scrittura e viaggi; alla fine è venuto fuori lo “Scrittore per strada”.

L’idea era quella di girare per le vie e le piazze del paese con una macchina da scrivere, regalando racconti e vendendo copie dei miei libri.”

Walter Scrittore

Come è nata l’idea di promuovere i tuoi libri per strada?

“Dalle fiere del libro a cui avevo partecipato nel 2012. Avevo capito quanto fosse più facile che una persona acquistasse il tuo libro se prima ha la possibilità di conoscerti.”

Deve essere faticoso e stancante girare per l’Italia ed essere uno scrittore per strada, ma credo che la curiosità per la tua inusuale professione e l’affetto di molte persone che incontri sul tuo cammino sia qualcosa che ripaga di tutti gli sforzi, corretto?

“Sì, senza dubbio. I giri d’Italia mi hanno portato a conoscere un sacco di belle persone, alcune delle quali adesso sono amici.”

Tu hai composto anche tautogrammi. Cosa sono e quando ne hai sentito parlare per la prima volta?

“I tautogrammi sono testi in cui tutte le parole iniziano con la stessa lettera, cioè: componimenti costruiti con componenti che cominciano, categoricamente, con caratteri coincidenti.

Ne ho sentito parlare per la prima volta nel 2011, in un blog letterario. Mi ci sono appassionato e nel 2012 ho pubblicato la mia prima raccolta di tautogrammi.”

So che hai scritto molti libri ed hai ricevuto anche dei premi, qual è il tuo genere di riferimento?

“Ciò che preferisco è scrivere romanzi di formazione.”

Scrittore per strada

Hai portato in scena anche uno spettacolo teatrale. Come è nato questo ulteriore progetto?

“È nato per caso. In un primo momento i tautogrammi che battevo a macchina li ricopiavo dal mio Kindle, ma così qualche passante sospettava che non fossero miei. Allora li ho imparati a memoria e ho iniziato a recitarli quando non avevo racconti pronti da regalare.

Molti mi chiedevano (e mi capita tuttora, sempre più spesso) se fossi anche un attore. No, era ed è la mia risposta. Però col tempo mi sono trovato a declamarli di fronte a sempre più persone e a saperne a memoria sempre di più e… insomma, ecco lo spettacolo di tautogrammi, con un racconto di cornice che li lega tutti insieme in un unico tema. In genere, l’amore.”

Non solo hai iniziato ad essere uno scrittore per strada, ma hai lavorato anche per la trasmissione “Dribbling sulla Rai.

Cosa facevi e come hai vissuto quel periodo?

“In Rai ci sono finito grazie a un articolo uscito su “Il Libraio”, un sito molto seguito. Un regista di Rai Sport l’ha letto e mi ha voluto intervistare, il suo capo ha visto il filmato e ha detto: Ma questo è bravo! E qualche mese dopo mi è stato proposto un contratto per partecipare come autore alla trasmissione “Dribbling“, su  Rai 2. Trasmissione storica a cui ero già affezionato.”

Quali emozioni hai provato quando hai visto che il tuo progetto, piano piano, si stava realizzando?

“Nei momenti di maggiore fortuna, ricevevo così tante email e richieste di amicizia su Facebook che era difficile gestire la mia vita tra strada e computer. Ero contento, ma non avevo mai un attimo di pace: galleggiavo stanco ma col sorriso.”

Fare una scelta così coraggiosa come la tua che ti ha portato ad essere uno scrittore per strada, può essere una soluzione per scappare da una vita lavorativa che non ci piace o bisogna pensarci bene prima di mollare tutto e partire?

“Bisogna pensarci bene, perché a volte va bene ma molto spesso no. Di solito ci sono noti solo i casi di successo, ma quelli in cui si cade sono mille volte di più. Bisogna essere sicuri di avere calcolato abbastanza bene pro e contro.”

Con il senno di poi, rifaresti le stesse scelte professionali?

“Ni. Diciamo che dovevo gestire meglio certe possibilità.”

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

“Sto studiando per il concorso docenti. Purtroppo il virus cattivo (Covid19) ha capovolto in peggio la mia vita e continuare a campare di sola arte è diventato, da marzo, per me quasi impossibile ma non bisogna mai perdere le speranze!”

Come ultima domanda ti chiedo se puoi dare qualche consiglio a chi desidera lasciare un lavoro che non lo soddisfa, ma ha ancora dei timori e dei dubbi su come procedere.

“È normale avere paura. Ma è anche da tenere a mente che siamo qui per provare, magari sbagliare e riprovare. Perdere o mollare un lavoro può essere un casino, ma a volte una possibilità. Direi che parecchio dipende dall’età. Sotto i 35, prendersi qualche rischio è quasi d’obbligo!”

Walter ha anche aperto anche un canale YouTube in cui ogni due o tre giorni prepara video in cui recita testi con tautogrammi o spiega la storia di alcuni personaggi famosi in modo divertente.

Vi consiglio assolutamente di guardare i suoi video che, essendo brevi, sono di facile visione e comprensione ed anche molto divertenti.

 

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