Quella che vi racconto, è l’avvincente storia di un ragazzo che da Torre del Greco in Campania è riuscito ad aprire una web agency in Polonia.
Partiamo da lontano. Qual è stata la tua formazione?
Sono nato a Torre del Greco e fin da piccolo ero appassionato di costruzioni Lego, interesse che piano piano mi ha portato alla passione per l’informatica. Ti racconto subito una curiosità: mi hanno fatto saltare il primo anno di elementari perché sapevo già leggere e scrivere quindi ho iniziato subito dalla seconda e dall’età di sette anni ho iniziato a programmare, copiando lettera per lettera interi listati di programmi.
All’epoca non possedevo un Commodor o Amiga computer di moda a quei tempi, ma un Amstrad CPC 6128 a fosfori verdi in cui potevo inserire solo dei floppy disk che non si trovavano sul mercato, perché erano fuori standard. Ma non per questo mi sono abbattuto, anzi, ho ricopiato letteralmente dalle riviste di informatica i programmi scritti in Basic per creare dei giochi per pc e dai dieci anni in poi ho iniziato a trovare soluzioni ai problemi di programmazione che mi si presentavano e con il tempo ho iniziato anche a programmare dei piccoli dispositivi Ho cominciato ad amare sempre di più il mondo dell’informatica, non c’è mai stato nulla di più interessante per me che fare il programmatore, risolvere i problemi e godere dei risultati che riuscivo ad ottenere.
Nelle scuole medie eccellevo nelle materie matematico-scientifiche ed alle superiori ho scelto l’ITIS istituto tecnico industriale con specializzazione informatica, dove mi sono diplomato con ottimi voti e con il titolo aggiuntivo di capo tecnico. Già dal mese di giugno dell’ultimo anno di superiori prima di fare l’esame di stato, ho iniziato ad inviare curriculum in tutta Italia perché, essendo presto orfano di padre, avevo bisogno di lavorare.
Così sono stato subito contattato da due aziende molto diverse tra loro: una era di robotica sita in Bologna, l’altra era la Volkswagen in Germania. Ho rifiutato quest’ultima offerta per paura di trasferirmi all’estero da solo a 18 anni. Dopo poco ho ottenuto riposta positiva da una piccolissima azienda che si trovava a Torre Annunziata. Così anche per stare più vicino a mia mamma, ho deciso di accettare questa opportunità.
La mia carriera è decollata però, quando sono entrato in una delle più grandi multinazionali della consulenza. Dal 2000 al 2013 grazie a questa opportunità, ho collaborato con aziende molto importanti.
Cosa provavi nello svolgere tutti i giorni la stessa mansione?
Come dipendente sono stato incentivato dalla mia azienda a crescere per i primi cinque anni, nei quali ho imparato molte nozioni su nuove tecnologie. Ho dedicato tempo alla formazione seguendo vari corsi tecnici.
Ero molto soddisfatto, ma dopo i primi anni l’azienda ha capito che potevo lavorare bene anche senza corsi di aggiornamento e quindi mi hanno offerto posti di maggior prestigio, senza darmi i mezzi e la possibilità di imparare nuove nozioni. In pratica ho dovuto arrangiarmi!
Nonostante producessi ottimi risultati tanto da ottenere la posizione di team leader non ero soddisfatto, perché non imparavo più nulla. Mi ero costruito una gabbia dorata dove all’interno di questa azienda ero rinomato, avevo una mia posizione, ero rispettato e stimato però personalmente non ero più felice.
Quando hai pensato di metterti in proprio?
Nel 2011 ho sentito crescere un forte desiderio di cambiamento. Si faceva strada in me l’idea di abbandonare un impiego in cui ero costretto ad andare in ufficio dalle nove alle sette di sera tutti i giorni e che prevedeva lunghi periodi lontano da casa a causa di trasferte in giro per l’Italia. Ho parlato con le risorse umane dell’azienda spiegando le mie ragioni, ma non sono stati in grado di capire le mie esigenze e valorizzarmi. Così preso coscienza che se l’azienda non volesse continuare a formarmi, l’unica alternativa era quella di cominciare a seguire corsi di aggiornamento da solo. Ho ripreso letteralmente i libri in mano, mi sono iscritto a molti corsi e mi sono rimesso a studiare come se avessi cominciato da zero.
Così dal 2011 al 2013 anche se ero dipendente, la sera quando tornavo da lavoro e durante i weekend prendevo carta e penna e studiavo quattro o cinque ore di seguito. Mi sono costruito a casa un ambiente per riuscire a sviluppare siti internet ed ho imparato da solo vari linguaggi di programmazione.
Quindi sei riuscito a metterti in proprio?
Dopo anni di formazione ho capito che avevo abbastanza skills, da provare a dare inizio ad una mia attività in proprio.
Così nel 2013 ho compiuto una scelta radicale. Mi sono trasferito all’estero ed ho aperto una web agency in Polonia.
Anche se ammetto che è stato un passo difficilissimo da compiere, ero molto felice.
Hai dovuto affrontare la stessa burocrazia che ritroviamo in Italia?
Burocraticamente aprire la mia attività in Polonia è stato molto più facile che in Italia. Mi sono semplicemente recato dal commercialista con un foglio A4 e ne sono uscito con un Post-it!
Quali difficoltà hai incontrato all’inizio nel far conoscere il tuo business?
La parte più difficile è stata quella commerciale ovvero cercare clienti, creare la rete di contatti e di collaboratori necessari per espandere l’attività. All’inizio, poiché non disponevo di un grosso budget, non potevo creare campagne pubblicitarie quindi il primo anno sono riuscito a farmi conoscere, con difficoltà, solo grazie al passaparola.
Dal 2014 al 2015 ho iniziato a comprendere che c’era un problema di fondo: ero tecnicamente molto forte, ma mancava un aspetto fondamentale il marketing. Così mi sono iscritto a dei corsi grazie ai quali ho capito ciò non andava nelle mie tecniche di vendita, ho rivisto la mia struttura aziendale, le mie priorità e il mio piano marketing.
Grazie a tutte queste azioni migliorative, da inizio 2016 finalmente è esplosa la mia attività.
Hai aperto una web agency in Polonia, mi spieghi meglio di che cosa si tratta?
Il mio studio si chiama “StudioTopWeb“. Realizziamo sistemi digitali di acquisizione clienti, attraverso gli strumenti professionali che il web marketing mette a disposizione per micro e macro aziende. Lavoriamo per ristoratori, artisti, avvocati commercialisti…
A differenza di altre agenzie che si basano su insegnamenti puramente teorici, noi progettiamo e realizziamo il sistema cucito su misura per la realtà professionale del cliente, utilizzando i migliori strumenti tecnologici e le corrette pratiche del digital marketing.
Analizziamo la situazione, stiliamo un piano di marketing strategico, creiamo contenuti per la pubblicazione nelle relative piattaforme. Si genera in questo modo una crescita di contatti ed un incremento di followers sulle pagine social.
Tu sei una persona solare e positiva. Da dove nasce questo ottimismo?
La mia intraprendenza nasce dal fatto che mio padre è mancato molto presto quando avevo sette anni. Questo mi ha fatto crescere più in fretta degli altri ragazzi, perché non potevo fare affidamento su nessuno, solo su me stesso. Ho capito che la morte è una forte componente della vita e che tutto passa in fretta e domani potremmo anche non esserci più. Così mi sono posto una semplice domanda: “Perché viviamo? Per essere tristi?”. La risposta secondo me è: “Bisogna provare a vivere bene e realizzarsi professionalmente, per morire felici!!”.
Sono dell’idea che noi siamo nati su questo pianeta per essere appagati e soddisfatti. Quindi dobbiamo usare tutte le possibilità che abbiamo e se non ci sono, bisogna crearsele, perché le potenzialità sono presenti in ognuno di noi. Bisogna realizzare un ambiente in cui riuscire ad emergere, a fiorire. Ho attraversato diverse situazioni difficili e non ho mai mollato, perché solo affrontando le difficoltà si diventa più forti. Ad un certo punto si diventa come un muro di gomma che rimbalza gli inconvenienti per andare dritto verso la meta.
Tutto arriva per un motivo, tutto se ne va per una ragione. Quanto più si è aperti al cambiamento, più si vive in maniera serena e si riesce ad affrontare sia le situazioni positive che quelle negative.
Ti faccio degli esempi. Non sono riuscito a chiudere un contratto con un cliente, non importa, magari era solo una perdita di tempo, meglio cercarne un altro. Sono riuscito a monetizzare un lavoro con un cliente piccolino anche se non ci guadagno molto, può darsi che da questa storia imparerò qualcosa che mi servirà per la prossima volta. Non riesco a portare a termine una mansione, proviamo in un altro modo. Non ci riesco ripetutamente, forse è il segno che non è la strada da percorrere.
A volte mi faccio guidare dal destino, dai segnali, seguo la risposta del mondo a ciò che sto facendo. Se non deve andare non va, non la forzo! Se invece una situazione si realizza senza intoppi allora era la cosa giusta da fare. Sono concetti semplici, forse anche banali ma mi hanno cambiato la vita in maniera positiva.
Bisogna capire che sia i successi che i fallimenti dipendono da noi, che ogni situazione ci può insegnare qualcosa, che la realtà si può indirizzare e vedere il sistema che risposta fornisce. A una data azione corrisponde sempre una conseguente reazione. Studiando i segnali si può capire se quella determinata situazione andrà a buon fine oppure no. Poi bisogna aggiungere la parte psicologica analizzando sé stessi e ammettendo in maniera sincera ciò che ognuno non è in grado di fare.
Spesso le persone hanno difficoltà a capire qual è il loro scopo nella vita. In realtà i Giapponesi intorno a questo argomento hanno inventato un diagramma che si chiama Ikigai per scoprire che cosa si vuole fare veramente. Per capirlo in modo sicuro bisogna considerare vari aspetti quali: le proprie abilità, conoscenze e competenze, solo così si potrà capire quale sia il lavoro giusto per noi. Quando le persone realizzano il proprio scopo cioè quello per cui sono nate o per cui hanno studiato e si sono formate, incredibilmente tutto fluisce in modo semplice senza intoppi. Ne è riprova il fatto che se si prova a compiere azioni contro natura, diventa tutto molto difficile ed è quindi un segno che quella cosa non si debba fare.
Altro concetto fondamentale è la resilienza termine che indica la tendenza a continuare a cercare la destinazione corretta della propria vita senza arrendersi o fermarsi. Questo è l’atteggiamento che porta al successo. Bisogna inoltre cercare di migliorarsi in continuazione, facendosi guidare da quella che è la risposta dell’ambiente alle proprie decisioni. Se si riesce ad entrare in questo flusso di idee, se ne esce vincitori!! Io ci ho messo 40 anni per capire questa verità e sto cercando di insegnarla ai miei figli perché se riescono a comprenderla, saranno adulti soddisfatti. Questa è la chiave della felicità.
Bisogna anche essere pronti per comprendere questa idea e metterla in pratica, perché non tutti riescono ad apprendere i concetti nel momento in cui servono. Questo l’ho provato anch’io perché nella mia vita ho conosciuto persone che mi hanno dato ottimi consigli, ma non li ho saputi accogliere e mettere in pratica, forse perché non era il momento giusto di seguirli, non ero così maturo da comprenderli veramente.
Siamo un po’ tutti superoi specialmente quando compiamo scelte faticose per il nostro futuro. Ma in realtà quali sono le scelte difficili? Quelle fatte con il cuore, quelle che ti fanno stare bene? Le scelte difficili sono quelle che vanno contro al cuore. Per cui se facciamo scelte che ci rendono felici saranno sempre quelle giuste!
A questo punto ti chiedo: sei felice?
Si sono felicissimo della mia scelta e la rifarei altre migliaia di volte!! Sono passi difficili, sofferti, soprattutto per me che ero un dipendente a tempo indeterminato e sarei potuto rimanere tranquillamente nella mia posizione. Ma so per certo che avrei sofferto tutti i giorni le pene dell’inferno e mi sarei autodistrutto psicologicamente.
Ho rischiato e sono felice di averlo fatto, perché sono arrivate le soddisfazioni. Sapevo che sarei andato incontro a tanto lavoro, però non ho mai avuto paura. I primi due anni ho lavorato fino a 14 ore al giorno weekend compresi, sacrificando anche la mia vita famigliare. Non mi sono mai arreso perché non avevo una seconda opportunità o ci riuscivo o me ne dovevo tornare in Italia, sconfitto.
Una domanda che non ti ho ancora fatto: e’ stato difficile trasferirsi in un paese straniero?
Dopo i primi tempi in cui mi sono dovuto ambientare e dopo essere riuscito a realizzare il mio sogno di lavorare in maniera autonoma, ho trovato anche il tempo per sviluppare passioni che già avevo quando vivevo in Italia. Questo è stato un modo per portare un po’ di cultura italiana in Polonia.
Io suono la chitarrae il mio repertorio è composto dalle canzoni anni ’70-’80 dei cantautori italiani quali Celentano, Ricchi e Poveri, Pupo, Toto Cutugno, che qui sono conosciute e piacciono molto.
Questa è un’altra attività che sono riuscito a coltivare dal momento in cui mi sono liberato dalla schiavitù lavorativa aziendale, visto che quando facevo il dipendente avevo giusto il tempo per dormire!
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Il mio progetto principale è di assumere qualche collaboratore esterno, perché ora mi sto appoggiando solo a persone che hanno già una partita iva. Vorrei inserirle fisse nel mio organico e quindi dare la possibilità a loro di lavorare solo per me con uno stipendio commisurato alle loro capacità.
Quale consiglio daresti a chi è insoddisfatto della propria condizione lavorativa e vorrebbe mettersi in proprio?
Il mio consiglio è di realizzare un piano imprenditoriale con un occhio agli industriali che lo hanno già fatto. Studiate i competitors e fatelo nel dettaglio. I particolari sono tutto e fanno la differenza.
Abbiate un’idea precisa di chi volete diventare. Studiate il mercato per capire quando guadagno potete ottenere. Fate un elenco delle spese che avrete, parlate con gli esperti del settore perché per aprire un’azienda servono dei professionisti seri a cui rivolgersi. Bisogna cercare di creare una rete di contatti che forniscano il giusto supporto. Bisogna appoggiarsi ad un ottimo commercialista ad un avvocato di fiducia che rediga contratti, conoscere il mondo delle banche per avere un fido. Prima di aprire l’attività, serve fare un ottimo business plan che analizzi rischi e benefici.
Fondamentale è avere una voglia immensa di vincere e riuscire a raggiungere l’obiettivo, sapendo in anticipo che si incontreranno una miriade di complicazioni. Ma quando si ha la voglia di oltrepassare i problemi, allora la strada per il successo è tutta in discesa. Una attività in proprio porta delle criticità ma anche nuove opportunità ed avventure.
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