Il problema di lasciare un lavoro che causa infelicità e poi comunicarlo ai genitori è veramente diffuso tra coloro che decidono di compiere questo passo. Questo perchè i genitori dovrebbero dare più libertà ai figli e lasciarli liberi di cercare la felicità, senza mostrarsi delusi o arrabbiati anche se tutto non va come avevano programmato. 

Molti vorrebbero intraprendere una carriera che non prevede la classica occupazione come impiegato con un contratto a tempo indeterminato, ma sono frenati dal comunicare questo desiderio alla famiglia, per non deludere le aspettative.

Invece i genitori dovrebbero capire che i figli non sono di loro proprietà, che dovrebbero lasciare loro più libertà e che non è detto che quello che pensano sia meglio per loro risulti ciò che desiderano veramente, fosse anche un sicuro lavoro a tempo indeterminato che però non è in linea con la loro formazione o aspirazione personale.

La mia storia

Vi racconto la mia storia, che spiega perchè i genitori dovrebbero dare più libertà ai figli, anche se magari sbaglieranno o falliranno.

Sono cresciuta come figlia unica, abituata ad avere mamma e papà solo per me, poi a 6 anni la separazione dei miei genitori e a 10 anni la terribile notizia: papà aspetta un figlio da un’altra donna. Questo ha scatenato in me sensi di colpa e una domanda insoluta che mi ha accompagnato per molti anni: “Cosa ho fatto, per farmi voler così male da abbandonarmi e voler addirittura un altro figlio al posto mio?”. 

Così se da una parte ho creduto di aver deluso mio padre, dall’altra per paura di perdere anche mia mamma ho iniziato ad essere la più ubbidiente e la più carina, insomma la figlia che lei aveva sempre desiderato. A volte mi rendevo quasi invisibile per non dare fastidio e per non disturbare. 

Ho sempre appoggiato tutte le scelte che mia madre ha preso per me al posto mio, perfino frequentare il liceo in una delle scuole più “in” di Torino per compiacerla,  eppure mi sono sempre sentita diversa dagli altri e poco interessata ai loro discorsi su quale fosse la marca di sigarette di moda o se affittare lo yacht in Francia per il weekend o partire per una serata in Liguria nella discoteca più famosa.

autostima

La svolta

Poi arriva la svolta nella mia storia: la scelta dell’università. Mi impongo e decido di frequentare il DAMS, perchè voglio fare la regista televisiva. Mi laureo in 5 anni giusti e poi frequento un master a Roma. La gavetta come capo-comparsa a Torino e poi finalmente un lavoro in una produzione come assistente alla regia. La mia vita ideale, il mio sogno che si realizza. Mi fermo fino alle 22 di sera per controllare maniacalmente il compito che  mi è stato assegnato e sono talmente felice che vorrei che quel lavoro non finisse mai, invece termina e dopo una partecipazione ad un altro programma tv, devo purtroppo ritornare a Torino perchè le spese per abitare nella capitale sono troppo care.

Arrivata a casa mi butto a capofitto nella ricerca di un altro lavoro in produzioni televisive e cinematografiche, ma nulla. Neanche con tutta l’esperienza che ho fatto, qualcuno mi offre una nuova possibilità. E così passano gli anni, finchè decido di non mandare più nessun curriculum alle televisioni, ma decido di trovarmi un “lavoro serio”. 

Finalmente un lavoro normale

Dopo varie vicissitudini il lavoro normale lo trovo in un’azienda aeronautica dove lavoro per 4 anni, prima di passare in una nuova fabbrica che mi offre economicamente di più.

Ma da questo punto in poi inizio ad avere costanti sbalzi di umore e torno a casa sempre stanca e triste. Sul lavoro le cose non vanno molto bene, perchè non mi permettono di crescere ed essere autonoma, così da leonessa mi trasformo in una gattina sonnacchiosa e svogliata. 

Mia mamma felice per la mia stabilità economica e lavorativa grazie ad un contratto a tempo indeterminato, magnifica la mia posizione a tutte le sue amiche. E’ finalmente orgogliosa che il brutto anatroccolo sia diventato un cigno e non si accorge che io invece mi sto trasformando in un criceto che corre ogni giorno in una ruota dalla quale vorrebbe tanto scendere, ma non ce la fa per paura di deludere tutti e così passa un anno. 

Decido però di intraprendere un percorso psicologico ed ogni settimana quasi tutta la seduta è occupata dai miei racconti su cosa succede in ufficio e sulla mia voglia di andarmene ed iniziare una nuova vita. Un pomeriggio mi chiama mio papà ed io scoppio in lacrime per telefono, raccontandogli la situazione e lui mi stupisce con una risposta che non credevo possibile: “Non ti voglio sentire piangere e stare così male per un posto di lavoro. Lascia tutto e poi vieni da me per un periodo, ti ospito io e intanto tu pensi a cosa fare”.

Poco dopo arriva la pandemia e in quei giorni di stacco dal lavoro, capisco che la vita è troppo breve per essere vissuta come un automa che ogni giorno si reca in ufficio e poi torna talmente stanca a casa da non avere più voglia di fare nulla se non dormire. 

Così vado dalla psicologa e passo dalla lamentela costante alla ricerca di cosa posso fare in alternativa. Scandagliamo tutte le opzioni possibili e capisco che l’unico momento in cui mi sento libera e felice è il viaggio. Così decido di lasciare quel posto di lavoro che tanto mi ha fatto stare male.

Mollare un posto a tempo indeterminato

Così decido di lasciare quel posto di lavoro che tanto mi ha fatto stare male.

Tutto fila liscio come l’olio: la comunicazione al mio capo che invece di arrabbiarsi è contento per me ed anche il trasloco dalla mia casa in affitto.

Anche se io penso che i genitori dovrebbero dare più libertà ai figli, mia mamma è sicuramente la parte più ostica, la più difficile. Non riuscirà ma a capire che qual posto di lavoro mi sta distruggendo, eppure mi ha vista molte volte stanca moralmente e fisicamente debilitata per le poche ore di sonno e per i problemi in ufficio. 

La notte prima di comunicarglielo non riesco a dormire e poi decido di non dirle la verità, perchè non la reggerebbe e decido di raccontarle una bugia bianca. Mi siedo al tavolo e le dico che con la pandemia il lavoro è molto calato e che non sono riuscita a completare un compito assegnatomi a causa delle mie lacune professionali e che un collega appena arrivato mi ha messo i bastoni tra le ruote, segnalando al capo i miei errori e che quest’ultimo abbia deciso di lasciarmi a casa, visto il calo di lavoro. Al termine della confessione mi sento libera come una farfalla, ma non altrettanto mia madre che ne esce sconvolta, ma comprensiva.

Aereo per lasciare un lavoro a tempo indeterminato

La travel blogger

Da qui inizio la  mia nuova vita come travel blogger, ma durante il mio primo viaggio di due mesi, mia mamma arriva persino a non chiamarmi più come espressione del suo diniego verso la mia nuova professione. Questo mi fa soffrire parecchio, ma penso che è la mia vita e lei lo deve capire. 

Tornata a casa dal viaggio, frustrata dal suo comportamento le chiedo spiegazioni e lei mi dice che è colpa mia se lei non riesce più a stare tranquilla, se non dorme più la notte mentre pensa al perchè io abbia lasciato un lavoro a tempo indeterminato e perchè io non voglia avere una vita normale tale da farla stare tranquilla, invece di lasciarmi più libertà di cercare la mia felicità.

Così capisco che non ha creduto alla mia bugia bianca e che preferirebbe vedermi depressa e frustrata ma con lavoro fisso vicino a casa, piuttosto che felice in giro per il mondo.

Capisco che mia mamma appartiene ad un’altra generazione, ma penso anche che chi ti ama dovrebbe avere il coraggio di lasciarti andare, affinchè tu possa trovare la felicità e un lavoro che ti renda soddisfatto e fiero di te stesso.

Il discorso può essere facilmente ribaltato affermando che l’egoista è colui che parte, lasciando da solo un genitore che ha fatto molti sacrifici per farti crescere. In realtà amare una persona vuol dire supportarla nei periodi difficili affinchè possa trovare la sua strada, ecco perchè i genitori dovrebbero dare più libertà ai figli.

Quindi se il vostro lavoro non vi soddisfa, cercate di comunicarlo alle persone che vi vogliono bene e spiegate il vostro malessere. Se vi amano veramente, cercheranno di capire e vi spingeranno a cercare una nuova soluzione  che vi renda appagati e soddisfatti. Ci vuole coraggio per appoggiare una scelta “anti-convenzionale”, ma questo sarà il simbolo del vero amore che hanno per voi. Ecco perche’ i genitori dovrebbero incoraggiare i figli a viaggiare e fare nuove esperienze

Non sentitevi egoisti, perchè la vostra realizzazione vale più di qualunque cosa e poi magari potrete anche scegliere di diventare nomadi digitali, così da poter tornare a casa abbastanza spesso ed abbracciare nuovamente i vostri cari.

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