Quando penso a: “Che cosa vedere in Perù” mi viene in mente un dei luoghi che mi hanno sempre ammaliata: il Lago Titicaca. Il fascino deriva dal racconto di mia mamma che, approdata in questo paese nel lontano 1976, si era ritrovata come catapultata in un mondo completamente lontano da quello occidentale nel quale gli abitanti delle isole galleggianti del lago Titicaca avevano le dita curve per l’artrosi poiché vivendo in questo luogo, avevano spesso i piedi a mollo nell’acqua dovendo tutti i giorni ricostruire con giunchi nuovi quelle parti dell’isola che a causa dell’acqua diventavano marce. Ma mi sono sempre chiesta se questo racconto fosse finzione o realtà.
Arrivata vado in albergo per il riposare, mi godo dalla mia stanza un tramonto che non dimenticherò mai per i suoi colori sbalorditivi che si trasformano di minuto in minuto dal celeste al blu, dall’arancione al nero con sfumature di viola, un incredibile spettacolo della natura.
Il popolo Uros: finzione o realta’?
La mattina seguente con il battello arrivo alle famose isole galleggianti, dove gli abitanti del luogo gli Uros mi accolgono allegramente mostrandomi le loro capanne e vendendoci il loro artigianato locale che è uno dei mezzi di sostentamento primario. Ma una domanda continua a ronzarmi in testa e non troverà mai una vera risposta. “Il Lago Titicaca: finzione o realtà?”.
Sono certa che i primi abitanti di queste isole fossero residenti nel lago Titicaca. Ma al giorno d’oggi questi colorati peruviani che mi hanno accolto cordialmente, abitano veramente qui oppure la sera prendono le loro barche e tornano a dormire sulla terra ferma? La guida mi assicura che vivono sull’isola e che si recano in città solo il sabato per partecipare al mercato e comprare il cibo tramite il baratto, ma mi rimarrà sempre il dubbio se sia finzione o realtà e me ne vado un po’ perplessa, perché mi aspettavo qualcosa di meno turistico, più tipico e non delle capanne moderne con in cima pannelli solari e grosse cisterne di acqua.
L’isola di Taquile
Un altra meta che annovero tra i suggerimenti di: “Che cosa vedere in Perù” è un isoletta che si trova oltre le isole galleggianti.
Prendo la motonave e dopo mezz’oretta raggiungo l’isola di Taquile abitata dai nativi Aymara, famosi nel mondo per la loro abilità di tessitori. Questa terra incontaminata non solo è l’esempio di un territorio poco frequentato e ancora integro, ma offre un panorama ineguagliabile con un belvedere a picco sul mare azzurro.
Dopo pranzo però la guida mi avverte che entro le 14 tutti i visitatori devono assolutamente lasciare l’isola di Taquile, regola che hanno imposto gli autoctoni ai turisti. Negli anni passati infatti gli stranieri restavano tutto il giorno sull’isola ed avendo la possibilità di incontrare i bambini, li trattavano come poveri regalando loro cibo o pochi spiccioli. La gente del luogo orgogliosa delle proprie origini e non indigente, vedendo questo comportamento, ha iniziato a proibire ai piccini di avvicinarsi ai visitatori fino a stabilire una chiusura dell’isola, cosicché i bimbi tornati alle due da scuola non incontrassero più estranei. Ma non so se credere a questa storia: è finzione o realtà?
Anche se non sono convinta che la storia sia vera, alle alle 14 puntuali riprendo il traghetto per ritornare a Puno.
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